martedì 29 maggio 2012

Identikit

L'aspetto fisico è quello che, a primo impatto, distingue un architetto dalla massa.

C'è un outfit ben preciso, meticoloso, collaudato e d'effetto. Ce lo tramandiamo ormai da tempo immemore, ma guai a dire che ci uniformiamo! Ognuno di noi, è chiaro, lo interpreta in modo diverso e ne fa uno stile proprio!

Forse l'abito non fa il monaco, ma l'architetto sì!
Il vestiario di un architetto è vasto e vanta miriadi di sfumature... di nero. A volte spezzato con una tshirt o una camicia bianca. Raramente, e solo in momenti più "prosaici", l'architetto si concede tonalità di grigi che si adattano allo stile della giornata.
Il nero va bene per qualsiasi occasione e non si rischia quasi mai di stonare con il contesto. E' la scelta migliore,  sa di profondità e di eleganza.


I capelli sono un altro segno distintivo. Portati a spazzola o, se lunghi, scomposti e irriverenti come nel miglior stile bohémien, è assolutamente preferibile che i capelli siano bianchi. Si abbinano col nero, innanzitutto. Più che altro creano un perfetto accordo tra opposti. 
Se gli architetti sono ancora giovani, segretamente pregano che i loro capelli diventino bianchi il prima possibile, perlomeno prima che decidano di cadere, giusto per dare l'aria vissuta di chi ha fatto più progetti che starnuti nella sua vita.





Ma il simbolo veramente distintivo dell'architetto, quello che lo caratterizza all'istante, quello per cui è impossibile sbagliarsi, sono gli occhiali... 
Che siano ipovedenti o no, gli architetti amano usare occhiali dalle grosse e vistose montature. L'occhiale fa intellettuale, si sa. Se poi la montatura è "ad alta visibilità", aiuta a far sì che il volto rimanga impresso nella mente di chi lo sta ossevando. Nessuno riuscirebbe a pensare a Le Corbusier senza, per l'appunto, visualizzare l'immagine dei suoi occhialoni tondi e un po' fondi di bottiglia. 


L'occhialone, tondo e un po' nerd, è stato per decenni il simbolo dell'architetto vero, quello di cui fidarsi, quello che in quanto a stile la sa lunga. Generazioni di architetti hanno scelto lo stesso genere di montatura, quasi fosse stata creata apposta per la categoria. E immagino che altre generazioni continueranno a portarla col rispetto che si riserva ad una reliquia e insieme la leggerezza che si riserva a certe frivolezze primaverili... Sempre che la "volgare" moda non decida di sdoganare il nostro beniamino ancora un po' sulle riviste patinate e sulle mega pubblicità in periferia.

In quel caso sarà dura... Dovremo darci da fare per trovare un altro simbolo per il kit architetto istantaneo, 'chè le cose di massa, si sa, a noi non piacciono affatto!

sabato 26 maggio 2012

Agenzia matrimoniale

Le più grosse liti all'interno di una coppia, si sa, si fanno mentre si sistema casa.
Se la coppia ha già vissuto insieme, ogni occasione è buona per rinfacciarsi a vicenda gli atteggiamenti del partner che non piacciono. Se la coppia, invece, ha trascorso al massimo una vacanza insieme, si corre il rischio  che vengano fuori particolari raccapriccianti del partner che fanno ripensare alla decisione presa.
In tutto questo, l'architetto ha una posizione particolare. Disinteressato, spesso, alle dinamiche della coppia, si trova trasformato dai suoi clienti nella Marta Flavi della situazione, capello biondo ed accavallatura di gambe inclusi nel prezzo. A questo punto la situazione si fa difficile, spesso imbarazzante. E l'architetto non si è ancora dotato della chaise longue per farvi una seduta psicoterapica. Qualche volta i toni si fanno esagerati, escono fuori i bronci, qualcuno arriverebbe alle mani, qualcun altro, semplicemente, si "limiterebbe" a togliere lo scalpo al partner davanti ai testimoni, e non fa niente per dissimulare questa insana voglia.

Ecco allora qualche consiglio per affrontare con tranquillità l'incontro col vostro architetto:
  • Cercate di avere entrambi le idee chiare. Confrontatevi prima su quello che desiderate realizzare, ma non pretendete di prevaricare l'uno sull'altro. Le soluzioni che vi sembrano inconciliabili spesso non lo sono!
  • Esprimete con fermezza la vostra opinione ma lasciate che il vostro partner faccia lo stesso. Lasciatelo parlare. Non è poi vero che sta dicendo delle cose più sceme di quelle che avete appena detto voi.
  • Se qualcuno avrà la prerogativa di occuparsi di un ambiente, lasciate che decida come organizzarlo (ad esempio, se siete un uomo che non mette mano in cucina, evitate di pontificare sulla posizione dei pensili e del forno!)
  • Siate aperti a nuove soluzioni! La realtà, spesso, non è solo quella che vedete voi! Non abbiate paura di esprimervi, ma nemmeno di accettare nuove proposte. L'evoluzione di un progetto è spesso fatta di cambiamenti radicali, ma è sempre sinonimo di crescita. I progetti più riusciti sono quelli che vengono sviscerati a lungo.
  • Ovviamente a lungo non significa "per anni". Insieme al vostro tecnico, ponetevi degli obiettivi di tempo e di spesa... vi aiuteranno ad orientare le scelte e ad organizzare il lavoro in modo migliore.
  • Ed infine, evitate vivamente i particolari scabrosi  sul vostro nucleo familiare. A nessuno importa come il vostro lui lascia il bagno dopo che si è fatto la doccia, come lei sia disordinata in cucina o come vostro figlio sia indisciplinato nella sua camera. L'architetto potrebbe fare terribili incubi su di voi e ritrovarsi ad immaginare queste scene mentre lavora il vostro progetto... E le spese per le sedute psicologiche dell'architetto non sono incluse nella sua parcella!!!

martedì 22 maggio 2012

Questioni di stile: il moderno

Di solito è un trentenne. Ha l'aria da fighetto (o forse lo è), porta capi griffati e posteggia il suo SUV in modo baldanzoso a meno di un metro dall'ingresso dello studio. Compra le riviste di arredo in sconto e vuole che la sua casa abbia l'aspetto di quella del "Grande fratello". E' il cliente "moderno".
Proprio così, lo dice a chiare lettere, a scanso di equivoci, prima di qualsiasi altra cosa.
"Voglio una casa moderna".

Lungi da me, adesso, fare una lezione sul significato della parola moderno e tanto più in architettura, prendo spunto per chiarire un paio di cosette veloci veloci.

Punto primo: Lo stile che, comunemente, viene chiamato moderno (quello, per intenderci, che indica i manufatti più recenti, soprattutto in tema di arredamento), dovrebbe essere piuttosto definito contemporaneo.
Moderno ha un'accezione molto più profonda... indica qualcosa che precede in qualche modo i tempi nei quali si colloca. Ha un carattere di esclusività, che poco ha a che fare con i reality show.

Punto secondo: Il termine moderno, per un architetto, ha un'accezione molto importante. Ha a che vedere con un movimento (nato nel secondo decennio del XX secolo e definito, per l'appunto, moderno) che ha completamente rivoluzionato l'architettura, il gusto, il design e l'approccio strutturale. E' la rivoluzione estetica, la minigonna dell'architettura, il topless del design. Come un personal trainer, ha trasformato gli edifici da grassi, goffi e pesanti energumeni a leggeri gusci agili come cavallette.
Provate ad entrare in una facoltà di architettura... la prima cosa che vedrete è un altare dedicato al movimento moderno al quale, ogni santo giorno, ciascun allievo architetto porterà i suoi fiori più profumati, anche se dovessero costare una notte insonne e miriadi di caffè che non copriranno mai quelle terribili occhiaie.



Punto terzo (the last but not the least): L'architetto è il fighetto per eccellenza. Non ama che qualcun altro gli usurpi il trono. Vuol essere la primadonna dello show e la ciliegina sulla torta. Evitate di indossare quel favoloso foulard di Hermès quando andate a trovarlo. Potrebbe prenderla in modo molto serio e trasformare piuttosto la vostra casa nella capannina dell'Isola dei famosi...



lunedì 21 maggio 2012

Questioni di stile

Chiariamo intanto un concetto e togliamoci da subito il rospo dallo stomaco: gli architetti studiano. Contrariamente a quanto si pensa solitamente, la carriera universitaria (e post universitaria) di un architetto non è fatta solamente di disegni, schizzi e, qualche volta, veri e propri scarabocchi.
Anche noi studiamo! Conosciamo la storia dell’architettura, la sociologia, l’antropologia, il diritto, la scienza delle costruzioni… Fare un progetto è mettere insieme molte cose, è un grosso puzzle che richiede estrema pazienza e versatilità mentale.

E poi ci aggiorniamo, anche! Dobbiamo essere alla moda, propositivi, esclusivi e fantasiosi.
Vogliamo essere così! Personalmente, mi riempio quotidianamente gli occhi di architetture meravigliose che sogno di costruire, visualizzo nella mia mente modelli tridimensionali avanzati, strutture avveniristiche o abitazioni pure e minimaliste come un cubetto di ghiaccio in un bicchier d’acqua.

Poi arriva il cliente e pronuncia quella parola. Una parola sola, che mi fa venire la pelle d’oca. ed anche uno strano prurito alle braccia. A volte, se è pronunciata con un timbro di voce estremamente deciso, vengo colta da tic improvvisi e spasmi muscolari. So che sta cominciando l’ennesima tortura, perché il cliente mi ha appena informata del fatto che vuole che la sua casa diventi "rustica"!
Di per sé, non amo il genere. Più che altro non amo quello che questa parola evoca nella mente del cliente medio (su, non fate il broncio, avevo già parlato di luoghi comuni!)
Comunque, con un filo di voce chiedo:
“Allora lei vive in campagna?”
“No, ho appena comprato un appartamentino in città, ma adoro gli archi e le travi in legno”.
Ecco, come temevo.
Crollano le fantasie, dimentico i miei studi e le mie aspirazioni e il cubetto di ghiaccio si scioglie come se fosse stato messo al sole e per di più in una tazza di the fumante…

Inizia una rubrica, canzonatoria, sorridente e un po’ spaccona, sugli stili architettonici raccontati ai principianti. Terminologie, epoche storiche, fattibilità ed adattabilità al contesto per sensibilizzare al bello, ed aprire le prospettive delle nostre menti, ancora troppo rustiche.

NB: Ho messo le mani avanti… siamo una categoria di spacconi e spesso ce la tiriamo. non ve ne abbiate a male! :D

domenica 20 maggio 2012

Presentazioni

Ebbene sì, sono un'architetto (e l'apostrofo non è un refuso!).

Su, non fate finta di niente, so bene quello che si è materializzato nella vostra mente quando avete sentito questa parola: capelli scompigliati, sguardo umido e perso, tendenza a parlare a vanvera e megalomania.
Non farò niente per smentirvi... in fondo sono (quasi) così!
Immaginatemi come un luogo comune della vostra mente!
Sappiate comunque che questo blog nasce proprio per voi... per te che pensi che l'architettura sia qualcosa di fascinoso, ma incredibilmente lontano, ma anche per te, proprio per te, che a bassavoce dici che si tratta solo di aria fritta...
Riflessioni, rimedi, consigli e luoghi comuni dell'architettura e del design visti, una volta tanto, dall'occhio svampito dell'architetto e raccolti in pillole per principianti.
Può avere effetti collaterali, somministare con cautela.
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